Cos’è che ci fa riconoscere una persona, un volto in particolare?
Riconosciamo un volto da lontano, dal movimento, dai colori, dai ‘tratti’, dalle forme del volto, con qualunque luce, nella penombra.

Un ritratto è la corrispondenza tra le forme di un volto reale e le forme del disegno. Tutta la storia dell’arte è segnata dalla ricerca di corrispondenza fra realtà e opera. Ma la realtà muta continuamente: cambiano luce, punto di vista e forma, e allora si tracciano segni alternativi che prefigurano una realtà mobile, probabile o possibile.

Giacometti, mai soddisfatto del suo segno, cerca ossessivamente quello capace di rappresentare la realtà. Pontormo traccia più segni sovrapposti come possibili alternative, come suggerimenti. I segni di Pontormo e di Giacometti in parte sono sapienti, in parte lasciati al caso del gesto. È lo sguardo a cogliere una corrispondenza con la ‘realtà’.

Il tratto del pennino e il suo fratello informatico offrono una sintesi efficace per ritrarre un volto e fermare una sua immagine. Così, da tempo, copio sullo schermo del computer le linee di confine tra chiaro e scuro che stranamente riescono a rappresentare il volto.

I miei volti ritratti sullo schermo sono una sequenza di curve beziér. La curva di Beziér1 è una curva che, con pochi parametri, può assumere qualsiasi forma. Essendo facile da manipolare matematicamente, è usata per la maggior parte dei disegni su computer a cominciare dai caratteri alfabetici che vediamo tutti i giorni.

L’uso delle curve beziér consente di introdurre il caso nei miei disegni e osservare fino a che punto il disegno può essere alterato pur restando riconoscibile, pur restando un likeness2.
L’alterazione dei parametri delle beziér introduce una confusione, una liquidità; la ripetizione e la sovrapposizione della stessa curva deformata lasciano a chi guarda l’identificazione del soggetto.

Con questa modalità di disegno nessuna curva è mai uguale a se stessa e pure somiglia a se stessa e a una possibile realtà. Così si conserva l’unicità dell’esecuzione del manufatto: ciascuno dei disegni di questa collezione può essere eseguito innumerevoli volte, ma sarà sempre diverso da tutte le precedenti esecuzioni. E tutte le volte sarà la rappresentazione di una possibile realtà.

1. Pierre Beziér, 1910-1999. Ingegnere presso la Renault. Mise a punto un modo di disegnare le curve a partire da due punti e una linea vettoriale.

2. Likeness in inglese è sinonimo di ritratto o somiglianza, ma ha la stessa radice di piacere: il piacere di riconoscere in una forma un volto.