Ø 40 millimetri
 
per Dario a Poggio Valicaia

II ferro è un metallo molto comune in natura tanto che si parla di un'enorme palla di ferro e nichel, di milletrecento chilometri di raggio, piazzata al centro della terra. Il ferro è di color bianco argento, è forte e resistente agli sforzi. Scaldato alla fiamma diventa docile e malleabile, pronto a recuperare tenacia e robustezza appena raffreddato.
Dario nelle sue opere usa ferro in barre di sezione circolare di vario diametro che usa piegare dopo averle scaldate alla fiamma ossiacetilenica. Per la piegatura usa la forza delle proprie braccia, dopo avere incastratala barra in una morsa elementare ferma in un elementare banco di lavoro.
In questo modo si arrivano a piegare tondi di sezione limitata, dieci, venti,millimetri di diametro. Stavolta Dario ha usato barre di ferro di quaranta millimetri di diametro. Una barra di ferro di questa sezione pesa quasi dieci chili ogni metro di lunghezza. Inezie, in palestra si sollevano quintali per sviluppare i pettorali, ma piegarla è un'altra cosa.
Si può andare in un'officina meccanica, incastrare la barra nel mandrino di una piegatrice idraulica,l'operaio assegna l'angolo e il raggio di piegatura e con un soffio di pistoni ed un cigolio di acciai sfregati il gioco è fatto.
Credo che tutto questo sarebbe stato estraneo al modo di lavorare di Dario,ed infatti non l'ha fatto, e credo che in questa scelta sia una delle chiavi di lettura, se non il significato, della sua opera.
Lo spazio di lavoro di Dario è uno spazio domestico, confortato dalle intimità e dalla confidenza di oggetti e creature apparentate fra loro da legami di amicizia, tolleranza, curiosità, empatia per i fatti e le vicende della natura e del mondo in generale.
Questo spazio trova una collocazione ideale nella casa di Darlo e Lucia,opera vivente e compiuta se pure in apparente stato di evoluzione e crescita.
Anche quando Dario lavora lontano da casa, ricordo quando l'ho visto lavorare a Villa Lanzi, nel parco del Temperino, intorno a lui ed al suo lavoro era nata una casa ed una famiglia. Dario e Lucia abitavano lì.
Per avere diritto di asilo in questa comunità di lavoro e sentimenti anche il tondo di ferro di quaranta millimetri deve avere una sua investitura, una fase di conoscenza e di riconoscimento reciproci come accade quando si accolga qualcuno nella propria sfera fino a farlo diventare intimo e partecipe di gioie e dolori.
In questa sfera la piegatrice idraulica non trova ragione al suo essere, è un corpo estraneo perché appartiene ad un mondo - di produttività, efficienza e durezza di comportamenti - estraneo. Si trattava di convincere quella barra a piegarsi ed a farlo di sua spontanea volontà, con la persuasione scaturita dalla necessità dell'appartenere ad una comunione di intenti, quella forza che appartiene alla sfera della fede più che a quella della ragione.
E la barra si è piegata, con l'ausilio di un paranco da velisti, poca cosa,giusto il necessario per issare la vela sull'albero, in sintonia con una barra di acciaio che offriva la leva occorrente a vincere lo sforzo necessario.
Le cose sono semplici, in fondo.

Gilberto Corretti
23 luglio 2003